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domenica 22 aprile 2018

Il povero mugnaio o...attenti ai prestiti!



Eh, le finanziarie che fra una cosa e l'altra pretendono interessi molto alti, i debiti, i prestiti ...brutto affare quando non si  hanno i soldi per restituirli! 
Magari vorremmo tanto farlo ma proprio non li abbiamo, quei dannati denari: capita qualcosa e non possiamo più pagare le rate, e se c'è un'assicurazione succede che non copra proprio tutto. 
Peccato che i creditori non si interessino dei nostri problemi e della nostra buona fede, la loro missione non è esattamente fare beneficenza, perciò guai in vista!
Sarebbe saggio non chiederli, questi benedetti prestiti, se non è assolutamente necessario, così eviteremmo problemi e patemi d'animo.
Nelle fiabe, però, c'è sempre il modo di salvarsi. 
A proposito, sia chiaro, da parte mia nessun augurio ai creditori di finire come i protagonisti della mia fiaba!
Solo un auspicio: più umanità e interessi meno esosi.









Il povero mugnaio
Barbara Cerrone




Un mugnaio povero povero un giorno disse alla moglie:
“Mara, il mulino non ci dà più da vivere, i nostri figli non hanno un futuro, perciò ho deciso: vado in cerca di fortuna. Ti raccomando le nostre creature e il mulino, pensaci tu mentre sono via”.
E partì, con le lacrime agli occhi.
Cammina cammina arrivò davanti a una grande casa, la porta era aperta e lui fece per entrare ma un cane grosso come un cavallo lo bloccò sulla soglia, abbaiando furiosamente.
“Buono, buono” disse una voce all'interno.
Il mugnaio era arretrato di qualche passo e stava quasi per andarsene quando comparve un omone alto alto che lo squadrò da capo a piedi.
“Uhm, e tu chi sei? Che vuoi da Gioberto?”
“Sono un mugnaio partito in cerca d fortuna.”
“Cerchi fortuna? Gioberto te la darà. Entra, ho proprio bisogno di due braccia robuste per aiutarmi nei lavori di casa”.
Il mugnaio fu assunto come tuttofare e Gioberto, l’omone, gli promise una  buona paga, vitto, alloggio e un piccolo prestito per dare alla famiglia un po’ di agio.
“Me li ridarai con calma, un po’ per volta. Se i tuoi  bambini sono così in difficoltà è giusto aiutarli subito: la prima paga la avrai solo a fine mese. Ma bada di restituirmeli o il debito raddoppierà e se ancora non salderai ne andrà della tua vita."
“Senz'altro, signore, li restituirò. Grazie!”
Il mugnaio, tutto contento, inviò i soldi alla moglie che comprò subito due camicini per i più piccoli, un paio di scarpe per il più grande e un vestitino di cotone per la mediana.
Passò un anno, il mugnaio lavorava presso Gioberto, metteva via quello che poteva e tutto filava liscio come l’olio finché un giorno...
“Senti, mi devi ridare quei soldi, non posso più aspettare” disse Gioberto scuro in volto.
“Oh, ma io non li ho ancora. Non si può fare fra qualche mese?”
“No! Mi servono adesso, e tu avevi promesso.”
“Sì ma credevo che potesse darmi più tempo, signore. Diciamo fra un mese, eh?”
“Se me li darai fra un mese, allora dovrai darmene il doppio. O così, o la vita.”
“Sì, sì, va bene. Il doppio fra un mese”.
Passarono trenta giorni esatti e per quanti sforzi avesse fatto il nostro uomo non era riuscito a risparmiare abbastanza soldi per restituire il prestito.
“Come farò? Ora vorrà prendersi la mia vita!” diceva tra sé il disgraziato.
Infatti poco dopo Gioberto lo chiamò e disse:
“Poiché ancora non puoi ridarmi i soldi che mi devi, io prendo la tua vita.”
“Aspetti almeno che dica le mie preghiere in chiesa.”
“E va bene, vai pure ma sbrigati, che ho fretta: tra poco arrivano certi signori e mi devo preparare”.
Il mugnaio entrò in chiesa e si mise a pregare con fervore. Mentre stava così, in ginocchio, con le mani giunte, si avvicinò una vecchia con un velo nero in testa.
“Buon uomo, vedo che sei un buon cristiano e ciò mi piace. Ti voglio aiutare.”
“Oh, grazie, ma non credo sia possibile, mia signora. La mia ora è giunta.”
“Non credo, non ancora. Piuttosto ascolta: appena esci di qui vai subito in casa e nasconditi dentro la credenza, al resto penso io.”
“E che significa questo?”
“Significa che ti aiuto, fai come ti ho detto e non te ne pentirai”.
Il mugnaio finì di pregare, si fece il segno della croce e uscì per andarsi a infilare quatto quatto in casa, dove si nascose dentro la credenza come aveva detto la vecchia signora.
Aspetta aspetta, sentì un rumore di passi.
“Questi devono essere i signori che aspettava Gioberto” pensò.
“Allora, i nostri soldi?” disse uno di quegli uomini, il più grosso.
“Non li ho, il mio lavorante non li ha restituiti. Gli prenderò la vita in cambio.”
“Che ce ne facciamo, noi, della sua vita?” fece un altro,” Vogliamo i nostri soldi. Siamo  in affari, hai detto, te li abbiamo dati perché li facessi fruttare. Ora invece ci dici che li abbiamo persi.”
“Calma, calma signori,” balbettò Gioberto,” li riavrete, mi impegno io a...”
Non aveva ancora finito la frase che si udì un gran boato: i mobili cominciarono a tremare e con loro il pavimento, il soffitto crollò, travolgendo Gioberto e i suoi compari.
Solo il mugnaio si salvò, nascosto dentro la credenza che era fissata alla parete con dei robusti chiodi.
“L’ho scampata bella! “ esclamò  uscendo tutto tremante allo scoperto.
”Devo ringraziare quella buona vecchia: dove sarà?”
Cerca e cerca non la trovava, allora prese la decisione di far fagotto e tornare a casa dal momento che lì non aveva più nulla da fare.
Per strada, mentre pensava alla gioia di rivedere i suoi bambini e la sua sposa ecco venirgli incontro una carrozza dalla quale scese una gran dama tutta vestita di nero.
“Sei felice, buon uomo? Ti sei salvato, come ti avevo detto. Io non prometto invano, quando ci rivedremo sarai molto vecchio ma ora goditi la vita e la famiglia. La fortuna ti assisterà”.
Detto questo salì sulla carrozza che subito sparì, dileguandosi come polvere nell'aria.
“Ma chi era quella donna? Forse...” ma non finì la frase perché la paura gli fece tremar forte le vene dei polsi e anche il cuore.
Riprese a camminare più veloce di prima  e in un baleno arrivò a casa sua.
“Che bello rivedervi!” disse ai suoi figli.
Li abbracciò, baciò la moglie e insieme si rallegrarono di esser di nuovo riuniti, ma non raccontò mai di aver visto la morte in faccia e averla scampata.

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