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domenica 16 dicembre 2018

Un buonissimo Natale

Natale. Tante luci e qualche ombra, dissiparla sarebbe il più bel regalo. Per tutti.




Un buonissimo Natale
Barbara Cerrone






C’era una volta un Natale, era piombato da un giorno all'altro come un ospite inatteso nella casa di una famiglia molto povera che non riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena, figuriamoci se poteva organizzare il pranzo della festa.
Il Natale si rese subito conto di aver sbagliato indirizzo, era atteso in una bella casa nel bel mezzo di un paradiso tropicale, con un grande giardino e un  enorme albero pieno di luci colorate messo al centro della sala da pranzo.
“Per Santa Claus!” esclamò guardandosi intorno. “Come avrò fatto a finire qui, fra questi poveracci? Il navigatore...ma sì, è stato quello stupido aggeggio a farmi atterrare qui, non devo più seguirlo,  mi manda fuori strada! Devo  proprio tornare ai vecchi metodi, tanta tecnologia e poi fa cilecca”,
Mentre il Natale brontolava in questo modo, a  dire il vero poco natalizio, la famiglia poverissima si interrogava sul da farsi: come preparare una degna accoglienza ad un Natale che ormai non aspettavano più da anni? Che cosa mettere in pentola per fare onore all'ospite e festeggiare insieme? Un osso di nulla, un etto di poco, un piatto di vuoto e un bicchiere di aria?
 Troppo misero, si vergognavano di riceverlo così.
E allora? Pensa e ripensa il padre ebbe un’idea.
“Portiamolo a pranzo dai cugini ricchi, loro sì che festeggiano da signori! Il Natale sarà contento  e noi faremo bella figura”.
La famiglia ci pensò un attimo, tutta riunita intorno al caminetto spento, poi decise all'unanimità di far proprio così, era al’unico modo per salvare capra e cavoli e far contento anche il Natale.
I cugini ricchi abitavano dall'altra parte della città, dove vivono di solito quelli che i soldi ce l’hanno, la famiglia povera ci andò a piedi col Natale che si lamentava per il freddo e chiedeva almeno una sciarpa da mettere al collo visto che era uscito così dalla naftalina, senza nemmeno un cappottino sulle spalle.
“Scusi, signor Natale,” ebbe a dirgli la mamma,” ma lei è stato proprio imprudente a vestirsi con questi abiti leggeri, non ricordava più che la sua festa viene ogni anno in pieno inverno?”
“Certo, signora mia ma negli ultimi anni io mi sono visto festeggiare spesso in luoghi caldi e lontani, che so? Ai tropici, o in qualche isola dove è sempre estate e stavolta  mi sono confuso.”
“Capisco, capisco, ha sbagliato posto , mi pareva strano che fosse venuto proprio da noi. Si faccia coraggio, siamo quasi arrivati, dai nostri cugini troverà un bel fuoco caldo e tante buone cose da mangiare”.
I cugini appena videro la famiglia povera  si misero subito sul chi va là, tuttavia  fecero buon viso a cattivo gioco perché non volevano sembrare dei cattivi senza cuore davanti al Natale in persona, così  esibirono  il più bel sorriso che avevano e finsero di essere contenti.
“Chi si vede? Entrate, prego, siate i benvenuti. Signor Natale, che bella sorpresa, e che onore averla come ospite!”
Il Natale si accomodò subito nel salotto buono, la famiglia povera, invece, che sapeva di non essere gradita, rimase sulla soglia.
“Ecco, ora il Natale avrà un’accoglienza degna di lui. Noi andiamo, sappiamo che qui non c’è nulla per noi” disse il padre facendo segno agli altri di andar via.
I cugini ricchi per un attimo finsero di volerli trattenere, in realtà erano ben felici di liberarsi di loro e dedicarsi solo al Natale, venuto in casa loro a festeggiare.
La famiglia povera tornò mestamente a casa, chiedendosi cosa avrebbe mangiato quel giorno a pranzo, visto che in dispensa c’erano solo qualche uovo e un pezzo di pane.
“Idea! “ fece il figlio più grande.” Che ne dite di una bella frittata? La accompagneremo con quel buon pane e buon pro ci faccia”.
Tutti approvarono la sua idea e appena tornati a casa si diedero subito a preparare la frittata.
Intanto il Natale, seduto a capotavola, gustava piatti prelibati coccolato e vezzeggiato da tutti  come una star.
“Ne vuole ancora?” chiese la cugina madre porgendogli una fetta di panettone,” è di quello buono...”
“Non ne dubito, signora ma sono davvero pieno. Basta così, casomai gradirei un caffettino.”
La cugina si mise subito a prepararlo, felice di accontentare in tutto il suo ospite.
Il Natale, però, sentiva come un peso sullo stomaco.
“Forse ho mangiato troppo” pensò toccandosi la pancia piena.
La sua pancia, in verità, gli rispose che stava benone e non era questo che gli faceva sentire quel gran peso.
“Che sarà mai, allora? Cosa mi succede?” si chiese il Natale corrugando la fronte.
Rimugina e rifletti sentì salire dal profondo del suo animo natalizio una risposta che lì per lì lo disorientò.
“Quella povera famiglia. Saperli a piluccare qualcosa alla meglio mentre qui si gozzoviglia al caldo, è questo che mi pesa. Strano, ultimamente non mi ero affatto interessato di chi non può festeggiarmi, come mai oggi sento questa specie di rimorso? Forse  perché gli altri anni ero in trasferta ai tropici e oggi sono qui e li ho visti con i miei occhi? Sì, dev'essere per questo.  Che cosa posso fare, allora?”
Il Natale era indeciso: restare ancora al caldo a godersi un bel caffè oppure...oppure.
Oppure.
Era freddo, e lui aveva un abito leggero, ma camminava così in fretta che quando arrivò davanti  alla porta della famiglia povera era accaldato e quasi sudava.
“Eccomi, sono tornato” disse entrando con passo trionfale.
La famiglia povera non credeva ai propri occhi: il Natale era di nuovo lì e voleva festeggiare al freddo e senza nemmeno uno straccio di panettone!
Avevano appena finito di mangiare la frittata, non c'era nulla da offrire all'ospite, se ne rammaricarono ma Natale disse di non preoccuparsi, aveva già mangiato in abbondanza, voleva solo stare in compagnia.
Il figlio più piccolo, allora, prese la sua armonica e cominciò a suonare, si misero da un lato le sedie e senza porre tempo in mezzo si diede inizio alle danze
Fino a sera ballarono e cantarono, si divertirono come matti; il Natale, soprattutto, non aveva mai riso tanto nella sua lunga vita.
Tutti insieme passarono una giornata bellissima e quando, a tarda sera , il Natale disse che per lui era ora di tornare a casa, i suoi ospiti  ne furono molto dispiaciuti perché un Natale così bello non lo avevano passato da anni.
“Ci vedremo il prossimo anno,” annunciò il Natale, “spero che le cose vadano meglio per voi. Magari la prossima volta andremo insieme alla Messa di mezzanotte, che ne dite?”
Certo, dissero,  non desideravano altro.
Nonostante tutto avevano fede, molta, molta fede e il Natale era il momento giusto per dimostrarlo.













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