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giovedì 19 dicembre 2019

Impantanati- Viridia



Eccomi di nuovo qua, dopo un brutto incidente e ancora malconcia, a proporvi il prosieguo delle avventure dei viridiani.
Buona lettura




Impantanati

 Barbara Cerrone



Il mattino seguente un furgone grigio scendeva lungo il pendìo  che portava  alla valle.
A bordo due uomini e quattro taniche di benzina.
 Il passeggero tentava  inutilmente  di schiacciare un pisolino ma veniva continuamente interrotto dal guidatore.
“Basteranno, Giò? Dico, quattro taniche basteranno?”
“Certo che basteranno. Diamo fuoco all'alveare, prima, e poi alla casa di quel capitano che è di legno e brucerà come un fiammifero. Sono tutte di legno, quelle case, sarà un gioco da ragazzi.”
“Giò, dimmi un po’, hai visto le previsioni del tempo per oggi? Dico, e se piovesse?”
“Non pioverà, stai zitto e lasciami dormire.”
“Giò?”
“Che altro c’è?”
“Non so dove sto andando.”
“Per forza, c’è uno sciame di api sul vetro. Cosa vedi?”
“Nulla, Giò.”
“Appunto.”
“Prova ad azionare i tergicristalli.”
“Niente, non si muove. Quelle si sono spalmate le zampe col miele per restare ancora più attaccate al vetro. Però, forti queste api!”
“Vuoi farmi un  favore?”
“Certo, Giò.”
“Stai zitto”.
Sulla strada per la valle c’era un bivio: andando dritti si raggiungeva Viridia, prendendo a sinistra si andava a finire in una specie di piana desolata di cui la pioggia torrenziale dei giorni precedenti aveva fatto un enorme ammasso melmoso.
Il furgone, guidato alla cieca, inforcò proprio la stradina a sinistra e andò a impantanarsi nel fango.
“E adesso che si fa, Giò?”
“Si chiamano i soccorsi, scemo. Giuro che questa volta mi licenzio e vado a lavorare nella stalla di mio cugino”.
A questo punto le api giudicarono finito il loro lavoro e fecero trionfalmente ritorno a Viridia.
Evviva,  applausi,  baci, abbracci. Il popolo di Viridia non sapeva più come ringraziare le sue pungiglionute.
“Siete state geniali”  disse il capitano al loro arrivo,” meritate tutta la nostra gratitudine e per dimostrarvela  il comitato Viridia in festa, che ho l’onore di presiedere, organizzerà per voi una festa memorabile. Sarà presente anche il nostro Esimio Responsabile che è appena tornato dal suo lungo viaggio nei più grandi parchi della regione. Grazie, mie care, grazie per il vostro coraggio. Tre evviva per le api di Viridia!”
“Evviva! Evviva! Evviva!”


Nello studio di  Capelli di neve, invece, non si festeggiava affatto.
“Il capo è furibondo,” disse uno dei suoi tirapiedi,” questa volta ne combina una delle sue, ci scommetto.”
“ E poi ci andiamo di mezzo noi!” gli fece eco un altro, un tipo alto e grosso con un paio di baffi spioventi che gli scendevano fino al mento.
“Già”.
Infatti...
“Presto, datemi una scatola di fiammiferi. E un paio di taniche di benzina”  disse Capelli di neve con gli occhi fuori dalle orbite.
“Ma capo, cosa deve farne? Non avrà mica intenzione di... se non sa accendere nemmeno il camino di casa sua!”
“Datemi fiammiferi e benzina, ho detto! Ora basta, ci penso io a sistemare la faccenda, visto che voi siete un branco di incapaci. Avanti!”
Gli uomini gli portarono due taniche di benzina e una scatola di fiammiferi, uno di loro provò a insistere, a dire che era una pazzia andare tutto solo a dar fuoco alla valle ma Capelli di neve non sentiva ragioni, prese le taniche e i fiammiferi, salì in macchina e si lanciò come una furia in direzione di Viridia.
“Se non torna in capo a due ore sarà meglio andare a vedere a vedere cosa fa” disse il baffuto scuotendo la testa.



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