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sabato 28 novembre 2020

Un coccodrillo sul bus

 Eccomi di nuovo con una breve fiaba...quasi un flash!


Un coccodrillo sul bus

Barbara Cerrone





Una mattina un coccodrillo salì sull’autobus che portava in centro. E i passeggeri? Vi chiederete voi.  Spaventati a morte. Chi dava di gomito al vicino e indicava il bestione tranquillamente seduto dietro all’autista, accanto al finestrino; chi tremava e, sempre tenendo d’occhio l’animale, cercava il campanello per prenotare la fermata più vicina e scendere veloce come un fulmine; chi brandiva l’ombrello come una spada sperando di spaventarlo; chi invece si avvicinava all’autista, un marcantonio alto due metri con le spalle come un armadio; chi, ancora, fingeva indifferenza come per dire Embé? Non avete mai visto un coccodrillo?

C’era perfino chi si dava i pizzichi sulle guance per vedere se per caso stava sognando.

 Invece, cari miei, non era un sogno. Il coccodrillo c’era per davvero e non sembrava nemmeno accorgersi dello scompiglio che aveva provocato fra quegli umani mezzo addormentati che andavano al lavoro come ogni mattina.

In poco tempo, lo si può capire, l’autobus si svuotò. Mai come quel giorno si videro tante persone andare a piedi per le vie della città alle 8 di mattina, con un freddo che congelava anche i pensieri.

A bordo restarono solo l’autista e il coccodrillo.  Che avreste fatto voi al posto del conducente? Avreste parcheggiato nel primo posto adatto e ve la sareste data a gambe? Probabilmente anch’io. L’autista invece era un tipo diligente, ci teneva al suo lavoro e voleva finire il turno,  perciò proseguì la corsa e per rompere il ghiaccio decise di fare due chiacchiere col suo bizzarro passeggero.

Venne fuori che il lucertolone  si chiamava Annibale e che era venuto dall’Africa  per andare a trovare uno zio molto ammalato ospite dello zoo cittadino. L’autista si commosse per tanta dedizione, trovò che in fondo quello era proprio un bravo coccodrillo e lo accompagnò fino all’ingresso dello zoo temendo che si potesse perdere, non essendo pratico del posto.

Annibale non finiva più di ringraziarlo, finì che lo invitò in Africa, disse che aveva un certo amico proprietario di una casetta nei pressi di un piccolo villaggio che lo avrebbe ospitato volentieri. Un tipo in gamba, disse.

Che tipo di amico fosse, se umano o animale, non lo specificò ma all’autista non parve poi così importante visto che aveva appena fatto amicizia con un coccodrillo.

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