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martedì 28 gennaio 2020

Salvi!




Salvi!
Barbara Cerrone, 




Ad un tratto un brusio familiare si levò dall’alveare.
Lo sciame era lì, dietro di lui.
Sotto lo sguardo incredulo di Pouli le api di Viridia si diressero verso il fiume, ognuna tenendo fra le zampe un lembo di un grande telo di plastica abbandonato dagli uomini di Capelli di neve durante il primo inseguimento.
In formazione, si avvicinavano fra loro in modo che il telo formasse una sacca profonda come un enorme secchio, prendevano acqua dal fiume  e poi via verso casa di Herb a lasciarla cadere sul fuoco.
Un viaggio dopo l’altro, finché l’incendio, finalmente, si spense.
Il capitano Herb e sua moglie furono portati via per primi dalla casa. Herb era svenuto.
Fu una grande sorpresa per tutti trovare Capelli di neve  insieme a loro, anche lui vivo e vegeto.
Sembrava fuori di sé per lo spavento e il dolore alle gambe, continuava a ripetere:
“Dove sono le api? Voglio volare anch'io, trallallero, trallallera!”
“Bisogna portarlo in ospedale, ha le gambe ustionate” disse Pouli.
“E il cervello fuso” aggiunse la signora Herb con un filo di voce.
Un’automobile blu si fermò a poca distanza dalla casa del capitano, ne scesero due uomini.
“Voi, che state facendo al nostro capo?” chiese un tipo basso e magro.
“Le api mi hanno salvato, ma non mi fanno volare con loro, ecco!” disse Capelli di neve.
“Capo, che le hanno fatto? Meno male che siamo venuti a vedere cosa stava combinando altrimenti questi chissà cosa le sarebbe successo con questi qui. Ora la portiamo in ospedale, stia tranquillo. E voi fate largo, fate largo, avanti!”
Pouli e gli altri si strinsero nelle spalle.
I due uomini  sistemarono  Capelli di neve sul sedile posteriore dell’auto e partirono a gran velocità per l’ospedale di Konia.
“Così è stato lui, “ mormorò Pouli, “è stato quel vigliacco a dar fuoco alla casa del capitano. Dovevo immaginarlo. Anche così, è stato giusto salvarlo. Ora bisogna pensare al capitano e a sua moglie”.
Herb stava riaprendo gli occhi, la prima cosa che vide fu lo sguardo felice di Pouli che lo fissava, incredulo.
“Capitano, come si sente?  Abbiamo temuto di perderla.”
“Mia moglie, dov'è mia moglie?” chiese Herb.
“Eccola, è qui accanto a lei, stia tranquillo: è salva. Stanotte dormirete da me, la vostra casa è impraticabile ma non tema, ne costruiremo insieme una più bella.L’aiuteremo tutti, vedrà. Ci occuperemo anche del giardino, pianteremo tanti di quei fiori che diventerà il più bello di Viridia. Ora però deve solo pensare a riprendersi.”
“Grazie, Pouli.”
“Deve ringraziare soprattutto le api, ancora una volta. Hanno sfidato la paura del fuoco per salvarvi.”
“Ma che dici, Pouli? Se fuoco e fumo le fanno fuggire.”
“Eppure le nostre non sono fuggite, anzi, hanno spento le fiamme.”
“Incredibile, le api che affrontano il fuoco! Oh, ma questa volta ci sarà una grande, grande ricompensa per loro. Diglielo.”
“Glielo dirò, capitano, ma ora si riposi. Venga, la porto a casa mia”.


Il giorno  dopo, a  Konia,  Il Giornale della Notte  riportava la notizia dell’incendio e di come le api e gli abitanti di Viridia l’avessero spento, salvando la valle.
Una soffiata aveva fatto conoscere al cronista  nomi e cognomi di tutti i protagonisti della vicenda.
Al bar Il caffettino due clienti parlavano dell’accaduto.
“Mino, hai letto? Ti pare possibile? Secondo me sono le solite notizie gonfiate.”
“Già.”
“Sì, insomma, chi può credere veramente che una lepre, un passerotto, un gatto e uno sciame di api, che hanno un orso bruno come Responsabile, possano aver  salvato la valle di Viridia? Sono tutte stupidaggini.”
“Già.”
“Le scrivono per vendere più giornali, ecco tutto.”
“Già.”
“Non solo, il miele delle api di Viridia dopo questo fatto va a ruba: al supermercato stamani i clienti hanno litigato per  l’ultimo vasetto. Sono operazioni commerciali, ecco tutto.”
“Già.”
“Beato chi ci crede.”
“Già.”
“Tutto qui quello che sai dire? Già?”
“Già, già”.







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