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venerdì 22 maggio 2020

La lucertola è morta!

 

La mia gattina Berenice in questa stagione caccia accanitamente le lucertole, e non per mangiarle. Spesso mi porta i loro cadaveri depositandoli sulla soglia di casa come un regalo e una dimostrazione della sua bravura nella caccia allo stesso tempo. Chi ha un gatto probabilmente ha esperienze simili da raccontare.

Io ne ho salvate molte, di queste belle creature amanti del sole, togliendole letteralmente dalla bocca della mia gattina. Lei, quando ciò accade, mi guarda stupita come per chiedere;

" Perché?"

Infatti non c'è nessuna cattiveria da parte sua,  Berenice non ha consapevolezza del male che fa.

La morte è sempre una perdita, anche quella, così cruenta, di un esserino come una lucertola. Ogni vita è importante.

Tuttavia la natura ha le sue leggi, spesso ci appaiono crudeli ma il Paradiso Terrestre non è qui. Non ancora, almeno.

Sognando un Paradiso sulla terra dove esseri umani e animali vivano in armonia fra loro e nessuno uccida più, neppure per necessità, vi lascio alla mia filastrocca e prometto che molto presto mi farò perdonare per la tristezza del soggetto con una fiaba dal lietissimo fine.

Buona lettura.




La lucertola è morta!

Barbara Cerrone 

 


La  lucertola è morta,

ecco il suo funerale,

non sarà mai risorta,

la sua morte  è gran male.

Nella mente or assorta,

nel dolor generale,

c’è un’idea  un po’distorta

della morte fatale.

 

Vien la bara sorretta

dalle scure falene,

“E un’orrenda vendetta!”

dice il geco, e sostiene

che la morte è sospetta,

mentre piange le pene

dell’amica diletta,

sangue delle sue vene.

 

“Ma che dici, scioccone!”

si erge ora la vespa

“Non lo sai del burrone?

E di come lei, mesta,

presa dalla tensione

per presenza molesta

di felino in azione,

scelse una  via  funesta?

 

  Fuggì come una pazza,

attraverso un bel prato,

ove trovò la mazza

di quell'uomo impegnato

in un gioco di razza,

e lì contro ebbe il fato

e con esso la mazza.

Là diè l’ultimo fiato”.

 

Si convinse il buon geco

che la storia era vera,

pianse ancora lo spreco

di un’amica sincera,

di una vita già speco

da mattina a sera

di un amor quasi cieco

per stagion primavera.

 

Pianser tutti gli amici,

l’esistenza perduta,

i bei giorni felici

dell’amica caduta.

Dalle verdi pendici

di una valle ora muta

gemon quegli infelici

per la morte sì bruta.

 

Tu lucertola bella

che riposi nel prato

non c’è buona novella

né speranza, per  fato,

che la tua navicella

con Caronte dannato

ti riporti, o sorella,

qui da noi, nel creato.

 

Or la morte hai per cella,

e in eterno ti è dato

un ergastol crudele:

così  vien condannato

chi non vive in Babele

come umano  creato,

ed  assaggia col fiele

la fin del suo mandato.

 

 

 

2 commenti:

  1. Grazie, forse è un po' triste ma ogni tanto la realtà entra anche nel mondo delle fiabe...
    A presto
    Barbara

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