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lunedì 11 novembre 2019

Viridia- Esercito alato


Continua la storia di Herb e i suoi amici.
Buona lettura.






Esercito alato
  Barbara cerrone


Pouli trovò le api sprofondate nel sonno,  per svegliarle fece più fatica di quella volta in cui l’Esimio, mentre stava andando via dopo la solita ispezione, cadde in un fossato e lui fu costretto a tirarlo su tutto da solo perché Herb aveva  una lombaggine che lo inchiodava  a letto, e gli altri viridiani schiacciavano il solito pisolino pomeridiano.
Fu altrettanto difficile mantenerle sveglie durante il tragitto dall'alveare alla casa di Herb, Pouli avrebbe sudato le classiche sette camicie, se ne avesse avuta una.
Il capitano Herb li accolse con grande trepidazione.
“Oh, eccovi  finalmente. Ma che avete?”chiese  rivolto alle api.”  Mi sembrate imbambolate.”
Le pungiglionute  risposero con un debole bzzzz .
“Tutto qui, ragazze? Potete fare di meglio. Andiamo, mie prodi, datemi un  vero bzzz!”
BZZZZ!”
“Ecco, ora sì che vi riconosco. Api di Viridia, voi siete il nostro esercito, il destino della valle è nelle vostre mani. Il nemico è alle porte: andate e scacciatelo dalla nostra verde valle”.
Sferzate dal discorso del comandante (e dagli spruzzi d’acqua che Pouli  lanciava loro addosso) le api finalmente  si riscossero e partirono all'attacco del nemico.
Frattanto gli operai mandati da Capelli di neve stavano già avanzando in direzione della valle.
“Giò?”
“Eh?”
“Giò,  io dico che  è in arrivo un altro temporale.”
“Ma se c’è il sole!”
“Lo so ma non vedi quella nuvola nera che viene verso di noi? “
“Quale nuvola nera? Quella non è una nuvola, quelle sono...Api! Corri , Mario, scappaaa!”
Il nemico in fuga è sempre un bello spettacolo, il capitano Herb lo osservava compiaciuto dalla sua dolce dimora invasa dal profumo di sformato.
Le api, al ritorno dalla spedizione, volarono  subito a  far rapporto al capitano.
“Bz, bz, bzzz” fu tutto quello che dissero, ma fu abbastanza.
Il capitano Herb si complimentò per circa un quarto d’ora con le sue eroine, poi fece loro un bel discorso che più o meno si può riassumere così:
“Brave le mie soldatesse  ma badate, abbiamo vinto una battaglia, non la guerra. Il nemico tornerà,  non possiamo abbassare la guardia. E adesso rompete le righe e  prendetevi il meritato riposo”.
Le api non se lo fecero ripetere,  prima volarono di fiore in fiore  per riempirsi la pancia di nettare fresco e poi via a nanna, a rinfrancare le ali stanche per la fatica della battaglia.
Mentre lo sciame si riposava, il capitano, fra un boccone e l’altro di sformato, si prodigava nel dare ordini al solito Pouli.
“Pouli, mi raccomando, vai subito a casa di Capelli di neve e cerca di scoprire quale sarà la sua nuova mossa  e...e...e cerca Ailuro, assicurati che si svegli in tempo per il turno di notte. Digli che se invece di sorvegliare si mette a guardare il firmamento o a fare il cascamorto con Sofia gli tolgo la paga per una settimana intera e...e...e...insomma vai, poi ti dirò il resto”.
Ailuro, ignaro dell’accaduto, stava facendo un sogno assai bizzarro.
Sognava di essere passato al servizio di Capelli di neve il quale, però, dopo averlo usato per i suoi scopi lo abbandonava alle ire del comandante e dell’Esimio i quali poi lo costringevano a pulire formicai a pancia vuota, e più ne puliva più gliene davano da pulire.
Si svegliò tremando di terrore: che incubo tremendo e che fame! La pancia vuota non era un sogno, Ailuro se ne rammaricò parecchio perché si ricordò di non aver fatto la spesa quel giorno,  la dispensa languiva come il suo stomaco  in attesa di rifornimento.
“Prima di cominciare il turno dovrò ben mettere qualcosa sotto ai denti” si disse, e pur pensandoci non gli venne in mente niente di meglio che bussare alla porta del capitano, perché da lui  qualche cosa da mandar giù si trovava sempre.
Strada facendo  incontrò Pouli.
“Eccoti, ma dove stai andando?” chiese Pouli.” Non lo sai? Abbiamo  respinto il primo attacco del nemico. Grazie alle api. Il comandante ti manda a dire di stare molto attento stanotte, non si prevede che tornino col buio ma stai comunque all'erta e riferisci tutto ciò che vedi e che senti. Il capitano ti manda a dire anche...”
“Oh, basta, ho capito! Piuttosto, il capitano avrà qualcosa da mettere sotto ai denti? Ho fame e non ho fatto la spesa.”
“Ti pare questo il momento di disturbarlo? Vieni con me, ti do io qualcosa da mangiare“.
Pouli si trascinò dietro quel pigro fannullone perditempo scansafatiche mangia - pane- a –tradimento trippanzone nonché simpatica canaglia di Ailuro e lo rimpinzò di polpette al rognone fino a che, saziato, quel perdigiorno non se ne tornò a casa a schiacciare un altro pisolino prima di cominciare il turno di notte.
Lo svegliò il canto della civetta Augusta:  precisa come un orologio svizzero, era la sveglia più affidabile della valle.
Ailuro si stiracchiò, fece un bello sbadiglio e poi via a far la guardia a Viridia e ai suoi abitanti immersi nel sonno dei giusti.



























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