Viva
Viridia!
Barbara
Cerrone
In
poche settimane la nuova casa di Herb era già bella che costruita.
“Oh,
ragazzi, è perfino più bella dell’altra,” disse la lepre Herb,” grazie. Senza
il vostro aiuto non ce l’avrei mai fatta in così poco tempo.”
“Capitano,
lei avrebbe fatto lo stesso per noi. Siamo una valle unita, giusto? Vedrà,
presto sarà pronto anche il giardino. I fiori che abbiamo piantato con questo
tempo cresceranno in fretta. Sarà bellissimo, vedrà.” fece il passerotto Pouli svolazzandogli intorno.
“Certo,
hai ragione. Ma dimmi, Pouli, hai notizie di Capelli di neve?”
“Sì,
capitano. Pare che lo abbiano ricoverato in una clinica per malattie nervose.
Le gambe sono guarite bene, non aveva ustioni gravi, ma è la testa che è fuori
registro. Dicono che si aggiri per le stanze mormorando frasi sconnesse e
saltando su e giù come un grillo.”
“Un
po’ matto lo è sempre stato, forse quel giorno ha subito un forte choc. Chissà,
col tempo magari potrà riprendersi,
comunque di sicuro non farà più pazzie di quel genere dopo quel che ha
passato. Ma ora basta parlare di cose
tristi, è giunto il momento di pensare solo alla festa. Riunisci subito il
comitato, dobbiamo decidere alcune cosette. E fai venire Mine, serve qualcuno
che scriva il verbale.”
“Subito,
capitano.”
Il
comitato si riunì a casa di Herb. C’erano tutti, anche l’orso bruno, di ritorno
dal giro dei parchi.
“E
Mine? Dove si è cacciata?” chiese Herb.
“Capitano,
lei...”
“Ho
capito: dorme. Pouli, fammi il piacere, scrivi tu il verbale.”
“D’accordo,
capo, ma cosa devo scrivere?”
“Tutto
quello che diremo, parola per parola. E ora miei cari signori smettetela di
chiacchierare fra di voi, si comincia”.
La
riunione ebbe inizio e come al solito ci fu da discutere su tutto: sui balli,
sul cibo, ma soprattutto sulla musica.
“Io
dico che i grilli sono i più adatti, del resto è la loro stagione, sono in gran
forma” disse Pouli
“No,
no, le cicale sono le più brave, l’estate scorsa hanno tenuto un concerto che
ancora si ricordano tutti a Viridia, vero?” argomentò il capitano.
“Ma
la festa sarà di sera, le cicale suonano di giorno, lo sanno tutti.”
“E
allora vuol dire che faranno lo straordinario, eh, Pouli?”
“Ma
no, no!” protestò l’orso bruno.” In qualità di Grande Responsabile io dico che
bisogna chiamare gli usignoli, ci
vogliono gli usignoli!”
“Grilli,
grilli! Oh, e per le luci? Che ne dite se lo diciamo alle lucciole? L’estate
scorsa sono state piuttosto brave.”
“Vada
per le lucciole ma i grilli no. Cicale, cicale!”
“Grilli,
grilli!”
“Usignoli,
usignoli!”
Due
ore di litigi, proteste, bronci e riappacificazioni.
Alla fine si giunse a un accordo, non senza qualche lamento da parte di chi non aveva avuto la meglio.
Alla fine si giunse a un accordo, non senza qualche lamento da parte di chi non aveva avuto la meglio.
Si
decise per l’orchestra dei grilli, con l’accompagnamento dei gufi, al loro
esordio in una festa viridiana.
Dopo
la riunione si diede ufficialmente inizio ai preparativi, tutta Viridia
partecipò con entusiasmo.
Le
cuoche migliori si diedero da fare per preparare gustosi piatti, le sarte
cucirono abiti sontuosi per le signore più esigenti, si preparò anche il parco
dove il capitano avrebbe tenuto il suo discorso
prima di dare il via alla festa: dai quattro vecchi alberi caduti
durante l’ultimo temporale si ricavarono quattro tronchi che furono allineati
sul terrapieno, sopra il prato grande.
Finalmente
venne il giorno tanto atteso.
I
viridiani non vedevano l’ora di sentire il discorso del capitano, si diceva in
giro che avesse importanti novità e che
le avrebbe annunciate proprio in quell'occasione.
L’arrivo
di Herb fu salutato da applausi calorosi, dopo qualche istante di esitazione la
lepre prese la parola, non senza un leggero tremore nella voce.
Accanto al capitano c’era Hursus, il Grande Responsabile.
Accanto al capitano c’era Hursus, il Grande Responsabile.
“Amici,
viridiani,” esordì,” questo è un giorno davvero lieto per la nostra valle, si
festeggia il coraggio delle api e la salvezza di tutti noi. In più, ho una
bellissima notizia da darvi: dopo quanto è successo le Autorità hanno deciso di fare di espropriare la terra di Viridia per farne una riserva naturale, in questo
modo nessuno potrà più avanzare pretese sulla nostra valle. Ora
possiamo davvero festeggiare! Ma le belle notizie non finiscono qui.
Nella
città di Konia, su richiesta della popolazione, presto saranno piantati molti
alberi. La città risplenderà di verde, in mezzo al cemento nasceranno fiori. La vista dello sciame ha risvegliato negli
abitanti la voglia di natura. Ancora una volta dobbiamo dire grazie alle nostre
amiche api.”
A
questo punto ci fu un grande applauso.
”Buoni,
buoni non ho ancora finito! Ci sarà anche un intervento sulla terra chiamata il
deserto, proveranno a ridare vita a ciò che l’incuria degli
uomini.ha distrutto.
Amici
miei, i recenti avvenimenti sono stati
una dura lezione per noi. Prima
che la nostra terra fosse minacciata ci cullavamo
nell'illusione di essere al sicuro e ci siamo fatti cogliere di sorpresa, ma
questo non accadrà più. Anche se Viridia sarà protetta dagli umani noi continueremo a tenere gli occhi aperti,
questa si chiama collaborazione. E poi si tratta della nostra terra, non
dimenticatelo, perciò non abbasseremo la guardia perché ora sappiamo che il
pericolo può essere sempre in agguato. Per non dire che la nostra storia oggi è
su tutti i giornali, dunque presto arriveranno turisti e curiosi che vorranno
vedere questi luoghi e non è detto che siano tutti così civili da non gettare rifiuti per terra o, peggio,
sigarette ancora accese. Dobbiamo vigilare. Questo vale per tutti noi ma
soprattutto per te, Ailuro, e anche per
te, Pouli. Il vostro compito non è finito. E
ora, è il momento che tutti aspettavate: chiamo sul palco la regina delle api.
Prego, maestà.”
La
regina volò sul palco.
“Maestà,
“ continuò Herb, “ è con immenso piacere che a nome della valle di Viridia
conferisco a lei e alle sue api la più alta onoreficienza di Viridia, l’ordine
dei fiori, che riceverà direttamente dalle zampe del qui presente Grande
Responsabile. La preghiamo di notare come quest’anno il giardiniere che ha creato il premio abbia
superato se stesso: una rosa bianca adagiata su foglie di edera verdissima.
Congratulazioni!”
La
regina ringraziò, commossa.
Anche Hursus volle dire due parole.
“Viridiani,
non starò qui a farvi lunghi discorsi, ha già detto tutto il capitano Herb. Vi
ringrazio e vi dico solo che anch'io come voi non sto nella pelliccia dalla
gioia, perciò bando alle chiacchiere e che la festa inizi. Buon divertimento”.
A
questo punto tutti si gettarono sul cibo disposto con eleganza in mezzo al prato grande. Davanti a loro c’era il meglio della cucina locale: miele
delle api viridiane, sformato di carote della signora Herb, pasticcio di radici
e castagne preparato da Mine fra un sonno e l’altro, il tutto condito con acqua
fresca di rugiada e succo di ribes.
Dopo
il pranzo si diede inizio
alle danze.
I
grilli attaccarono a suonare, si sentì subito che facevano sul serio, suonavano
da grande orchestra una musica che ti entrava nelle ossa e nel pelo; roba da
brivido, credetemi.
A onor del vero bisogna ammettere che i gufi non furono da meno, col loro basso ostinato diedero il ritmo a tutta la serata.
A onor del vero bisogna ammettere che i gufi non furono da meno, col loro basso ostinato diedero il ritmo a tutta la serata.
Il
passerotto Pouli ballò il tango con
l’allodola Mine che si era già addormentata ma anche dormendo restava un’ottima
ballerina. Herb preferì un lungo valzer
viennese, mentre il Grande Responsabile Hursus si scatenò in un rock’n roll con la
signora Herb, pestandole i piedi tante di quelle volte che lei ebbe un po’ a
lamentarsene, a dire il vero, ma a parte questo fu una festa bellissima e a Viridia la ricordano ancora con molta nostalgia.
A
mezzanotte, quando le lucciole ormai erano troppo stanche per continuare a fare
luce e gli ultimi ballerini si erano già
arresi al buio, la festa finì.
Restò
solo il gatto Ailuro che, dopo essersi guardato intorno, si sgranchì le zampe, lanciò
uno sguardo al cielo e con un rumoroso sbadiglio iniziò il suo turno di
guardia.
Il
giorno dopo a Konia si piantavano i
primi alberi.
Al
bar Il caffettino come al solito si commentava
l’avvenimento.
“Mino,
guarda, quel tipo sta piantando un albero.”
“Vedo.
Sono così piccoli gli alberi all'inizio?”
“Certo,
sono piccoli e teneri come cuccioli.”
“E
bisogna curarli come cuccioli.”
“Eh,
già.”
“Certo
che sembrano proprio gracili.”
“Sì,
ma poi crescono.”
“Dici?”
“Certo,
vedrai. Crescono”.
Crescono.