Il diabete è una malattia molto seria, quando colpisce un bambino diventa addirittura un'ingiustizia.
Con la speranza che presto la medicina riesca a debellare questa patologia, vi lascio con una bambina troppo dolce per essere di questa terra.
Buona lettura.
Con lo zucchero impastata
C’era una volta una bambina dolcissima e con lo zucchero impastata: le
sue mani erano di zucchero e cannella, la sua bocca di zucchero filato, i
suoi occhi una delizia di zenzero e ancora zucchero sì, ma caramellato.
Quando parlava uscivano dalla sua bocca parole dolci come il miele, e di
miele erano gli sguardi che rivolgeva a
tutti, perfino ai dispettosi che dopo averla guardata un solo istante si
raddolcivano e diventavano buoni.
La sua dolce presenza rendeva meno amara
la più brutta delle giornate, se c’era pioggia si vedeva il sole fra le
sue ciglia di zucchero e candito.
Ci fu una volta che si ferì a un dito: ne uscì del sangue che cadde giù
per terra e da quel sangue nacquero zollette tutte rosa, buone da usarsi per zuccherare il tè.
Un giorno il medico le disse:
“Sono preoccupato: dai controlliamo la tua glicemia”.
“Sono preoccupato: dai controlliamo la tua glicemia”.
Dai risultati si capì molto bene che lei non era di questa terra, era una
fata, dolcissima, e con lo zucchero impastata.
Da allora ebbe per casa uno
scrigno tutto d’oro, dove viveva con tutte le altre fate; insieme disegnavano, giocavano, e fra le rose cantavano canzoni.
Nessuno osò mai più toccarla per il timore che si spezzasse, la sua
figura di zucchero impastata; neanche il sole volle più sfiorarla perché il
calore non la facesse sciogliere.
A dire il vero a volte lei rimpiangeva la sua esistenza di piccola bambina,
poi si diceva che se una è fata è
fata e deve vivere secondo la sua
natura.
Ancora oggi, se la volete vedere, la trovate nello scrigno dorato che ride
e scherza con le sue amiche fate ma... mi
raccomando, non la svegliate se sta
facendo sogni di miele e con lo
zucchero, tanto ma tanto zucchero, impastati.
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