Una storia semplice, come una torta margherita.
Buona lettura.
La gara delle torte
Gemmina era una gran cuoca, lo sapevano tutti. Alla mensa
della scuola i bambini facevano festa quando sapevano che c’era lei ai
fornelli. La sua pasta al pomodoro era poesia pure, il pollo arrosto un poema e
la torta di mele…beh, la torta di mele un’esperienza paradisiaca.
Fra le torte, quella che Marina preferiva era quella al
cioccolato. La aspettava con ansia gioiosa. Ogni martedì, come da menu esposto
fuori dalla porta della mensa, c’era la torta al cioccolato, e ci potevi scommettere
che a prepararla era Gemmina mani d’oro.
A Marina piaceva molto Gemmina, non solo perché era una
brava cuoca e faceva delle torte da leccarsi i baffi, ma anche perché era
gentile con tutti. E allegra. Si rideva sempre, con lei, anche nei periodi in cui
la scuola pesava di più.
Ecco perché quando una delle maestre ebbe l’idea di fare una
gara di torte fra le cuoche della mensa la bambina la convinse a partecipare. Si formarono subito le tifoserie.
Marina ovviamente si schierò con Gemmina, si diceva certa che avrebbe
vinto, con le amiche cominciò a preparare striscioni colorati inneggianti
alla sua cuoca preferita.
La gara doveva svolgersi due settimane dopo le vacanze di
Pasqua. Le concorrenti erano tutte molto brave e agguerrite, ma nessuna avrebbe
potuto battere la sua Gemmina.
Per vincere una gara, però, bisogna allenarsi. Non che
Gemmina non fosse più che esercitata: con la mensa aveva un bell’allenamento
quotidiano da fare ogni giorno, tuttavia in certi concorsi bisogna dare quel
certo non so che in più che fa la differenza, si sa, perciò Marina decise che Gemma doveva fare almeno una torta al giorno. Sempre diversa, per provare tutte le ricette e
scegliere quella da presentare alla gara.
Giorni e giorni di prove confermarono che Gemmina era
insuperabile con la torta al cioccolato.
Lì era proprio una campionessa. Avrebbe scelto quella, dunque, e non ci
sarebbe stata gara per nessuno!
Il grande giorno si avvicinava, l’emozione cresceva nei
cuori dei bambini e in quello di Marina più di ogni altro, lei ci teneva tanto
alla vittoria di Gemmina, era molto importante per lei che la sua amica
vincesse. Le voleva bene. E adorava la sua torta al cioccolato.
Intanto i preparativi per la competizione fervevano, tutti
si davano un gran da fare per sistemare la sala che avrebbe ospitato la giuria
e il pubblico: si pulì, si riordinò, si ridipinsero perfino i muri di un
bel colore rosa, e si comprarono alcuni scaffali nuovi e sedie colorate.
Tutto sembrava filare liscio ma, ahimè, anche nelle
competizioni semplici come questa a volte possono verificarsi spiacevoli
scorrettezze.
Lisa, compagna di banco di Marina, tifosa sfegatata della
cuoca Annarosa e della sua torta all’ananas, aveva spiato Gemmina durante le prove per sapere
quale dolce aveva scelto e se c’era qualche informazione che potesse tornare
utile ad Annarosa.
Scoprì che Gemmina si sarebbe cimentata nella torta al
cioccolato e che il cacao migliore, scelto per la prova, si poteva trovare solo
in un certo negozio del centro. Lisa corse subito a comprare tutte le
confezioni, sperperando in un pomeriggio la paghetta di un mese intero. Voleva
essere certa che la rivale di Annarosa non trovasse quel cacao in tempo e fosse
costretta ad usarne uno meno pregiato, col risultato di preparare una torta molto
meno buona.
Quando Gemmina andò a comprare il cacao, infatti, non ne
trovò neanche una scatola. E mancava solo un giorno alla competizione.
“Sono stata imprevidente,” si rimproverava la povera cuoca,
“avrei dovuto pensarci prima. E ora? Come farò col cacao? Senza quel cacao la mia torta non sarà la
stessa e addio vittoria!”
Pur sapendo che non sarebbe servito, fece il giro dei negozi
per vedere se riusciva a trovarlo da qualche altra parte ma fu inutile. Disperata, riunì il suo fan club per chiedere consiglio.
“Ora è tardi per andare a cercare il tuo cacao in un’altra
città. Domani c’è la gara, “disse Marina con la voce del pianto,” secondo me
non c’è altro da fare: o cambi ricetta oppure fai la torta al cioccolato e dai
il tuo meglio. Speriamo che le altre
siano molto meno brave di te”.
Il fan club non poté far altro che dirsi d’accordo con lei,
anche Gemmina fu dell’avviso e concordò una torta al cioccolato fatta con tutto
l’impegno possibile.
Presa la decisione si ritirarono nelle loro case con animo
pesante ma ugualmente pieno di speranza, se non altro per non portare sfortuna
alla già sfortunata gara.
Pensiero positivo. E una notte insonne per tutti.
Il gran giorno era arrivato. Lisa gongolava sapendo che alla
rivale mancava l’ingrediente che avrebbe fatto la differenza, non le importava
sapere che se Annarosa avesse vinto la sua sarebbe stata una vittoria ottenuta
in modo disonesto, lei voleva solo vincere. Ad ogni costo.
Le cuoche arrivarono puntuali, ognuna con la sua tifoseria.
Gemmina era la più nervosa, quando la maestra Giulia fischiò l’inizio della
gara alzò gli occhi al cielo come per cercare aiuto, poi si tirò su le maniche
e prese ad impastare.
Le torte furono sfornate alle dodici in punto.
Un delizioso profumo si diffuse nella sala mensa dove la
giuria, composta da quattro genitori e da sei maestre, attendeva in religioso
silenzio di assaggiare tutte quelle meraviglie.
La prima ad essere giudicata fu quella di Maria. Torta al
limone. Voto 7, all’unanimità.
Poi fu la volta di Giorgia con la torta allo yoghurt che
incassò un bel 7 e mezzo, piazzandosi provvisoriamente al primo posto.
Una dopo l’altra, le preparazioni furono valutate. L’ultima
ad essere assaggiata fu proprio quella di Gemmina. Annarosa aveva portato a
casa un bel 9 e mezzo, bisognava prendere un dieci per superarla o almeno un
altro 9 e mezzo per un pari merito che avrebbe richiesto lo spareggio.
I giurati si guardarono in volto prima di alzare le palette,
come se fossero ancora incerti.
“Nove…”
Gemmina e Marisa si vedevano già sconfitte, una lacrima era
pronta ad uscire dagli occhi neri della bambina.
“…e mezzo!” disse la maestra Vera voltando l’ultima paletta
verso il pubblico.
Lisa ebbe un moto di rabbia, per un attimo aveva creduto che
la sua cuoca preferita fosse la vincitrice, invece era ancora tutto da
decidere.
Per Gemmina e Marina, invece, un pari merito era pur sempre
di una sconfitta, tutto era ancora possibile.
Ora si doveva passare allo spareggio, la giuria
all’unanimità decise di far cimentare le due concorrenti con un torta margherita, la più semplice ma è proprio sulle cose semplici che si
misurano i veri campioni.
Le finaliste si misero al lavoro, la tensione aumentava di
minuto in minuto nella stanza, Marina era la più in ansia di tutti anche se
sapeva che la sua Gemmina non l’avrebbe delusa e che quella prova avrebbe di
sicuro messo in luce tutta la sua bravura.
Lisa, intanto, temendo il risultato, stava pensando a cosa
fare per intralciare il lavoro di Gemmina e assicurare la vittoria ad Annarosa.
Non era facile, con tutta quella gente ad osservare,
tuttavia le venne un’idea che per qualche momento distrasse l’attenzione dei presenti,
giuria compresa.
Senza che nessuno si accorgesse, uscì dalla stanza e andò a
cercare dei fiammiferi nella cucina della mensa, poi in giardino accese un
fuocherello con un mucchietto di foglie secche e cominciò a gridare: ”Al fuoco,
al fuoco!”
Tutti, secchi d’acqua alla mano,
corsero fuori per spengere il fuoco.
Nel frattempo Lisa rientrò nella stanza della prova e mise
una grossa manciata di pepe che aveva preso in cucina nella ciotola dove
Gemmina doveva rimestare i suoi ingredienti.
In capo a pochi minuti il fuoco era spento e tutti rientrarono, le concorrenti si rimisero all'opera, nessuno si era accorto di nulla.
Quando arrivò il momento di sfornare le torte gli occhi
delle bambine sfavillavano come tante stelle lucenti, fremevano per avere il
risultato. E una fetta di torta, finalmente.
La prima ad essere assaggiata fu quella di Annarosa.
Fu giudicata molto buona e si guadagnò un altro
bel nove e mezzo.
Quando toccò a quella di Gemmina Lisa gongolava, si sentiva già
la vittoria in tasca!
Dopo averla gustata, la giuria sembrava perplessa, Lisa ridacchiava di nascosto mentre Marina
tremava: forse c’era qualcosa
che non andava? La sua Gemmina aveva sbagliato, possibile?
Dopo un paio di minuti, che a Marina sembrarono eterni, le
palette furono sollevate e…DIECI! Gemmina aveva vinto. Il pepe, strano a dirsi,
aveva messo quel certo non so che nell’impasto che lo aveva reso particolare e
sfizioso al palato.
Lisa, incredula, in un impeto di rabbia cominciò a
strillare: “Non è possibile, con tutto il pepe che ci ho messo!”
Fu subito chiara la malefatta della bambina che, messa alle strette, confessò anche di aver
comprato tutto il cacao speciale per impedire a Gemmina di vincere. Le maestre
si dissero molto deluse da lei, la madre, poi, era ancora più infuriata e la
riportò a casa minacciando niente tv né computer per una settimana.
Gemmina e Marina, intanto, pur dispiaciute nel vedere che
una loro amica era stata così scorretta, festeggiavano felici la vittoria.
“Il pepe nell’impasto,” rise Gemmina abbracciando la sua
piccola amica, “chi l’avrebbe mai detto? Forse dovrei ringraziare Lisa, non
volendo mi ha insegnato un nuovo trucco per migliorare la mia torta margherita.
O d’ora in poi dovrei chiamarla torta al pepe?”
La scorrettezza di Lisa non le ha portato la vittoria
sperata, ma, mi raccomando, non provate ad accendere fuochi in giardino né a mettere il pepe nella torta della
mamma: certe cose funzionano solo nelle fiabe.
Buone torte a tutti.
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