Eccomi di nuovo qua, dopo un brutto incidente e ancora malconcia, a proporvi il prosieguo delle avventure dei viridiani.
Buona lettura
Impantanati
Il
mattino seguente un furgone grigio scendeva lungo il pendìo che portava
alla valle.
A
bordo due uomini e quattro taniche di benzina.
Il passeggero tentava inutilmente
di schiacciare un pisolino ma veniva continuamente interrotto dal
guidatore.
“Basteranno,
Giò? Dico, quattro taniche basteranno?”
“Certo che basteranno. Diamo fuoco all'alveare, prima, e poi alla casa di quel
capitano che è di legno e brucerà come un fiammifero. Sono tutte di
legno, quelle case, sarà un gioco da ragazzi.”
“Giò,
dimmi un po’, hai visto le previsioni del tempo per oggi? Dico, e se piovesse?”
“Non
pioverà, stai zitto e lasciami dormire.”
“Giò?”
“Che
altro c’è?”
“Non
so dove sto andando.”
“Per
forza, c’è uno sciame di api sul vetro. Cosa vedi?”
“Nulla,
Giò.”
“Appunto.”
“Prova
ad azionare i tergicristalli.”
“Niente,
non si muove. Quelle si sono spalmate le zampe col miele per restare ancora più
attaccate al vetro. Però, forti queste api!”
“Vuoi
farmi un favore?”
“Certo,
Giò.”
“Stai
zitto”.
Sulla
strada per la valle c’era un bivio: andando dritti si raggiungeva Viridia,
prendendo a sinistra si andava a finire in una specie di piana desolata di cui la
pioggia torrenziale dei giorni precedenti aveva fatto un enorme ammasso melmoso.
Il
furgone, guidato alla cieca, inforcò proprio la stradina a sinistra e andò a
impantanarsi nel fango.
“E
adesso che si fa, Giò?”
“Si
chiamano i soccorsi, scemo. Giuro che questa volta mi licenzio e vado a
lavorare nella stalla di mio cugino”.
A
questo punto le api giudicarono finito il loro lavoro e fecero trionfalmente
ritorno a Viridia.
Evviva, applausi,
baci, abbracci. Il popolo di Viridia non sapeva più come ringraziare le
sue pungiglionute.
“Siete
state geniali” disse il capitano al loro
arrivo,” meritate tutta la nostra gratitudine e per dimostrarvela il comitato Viridia in festa, che ho
l’onore di presiedere, organizzerà per voi una festa memorabile. Sarà presente
anche il nostro Esimio Responsabile che è appena tornato dal suo lungo viaggio
nei più grandi parchi della regione. Grazie, mie care, grazie per il vostro
coraggio. Tre evviva per le api di Viridia!”
“Evviva!
Evviva! Evviva!”
Nello
studio di Capelli di neve, invece, non si festeggiava affatto.
“Il
capo è furibondo,” disse uno dei suoi tirapiedi,” questa volta ne combina una
delle sue, ci scommetto.”
“
E poi ci andiamo di mezzo noi!” gli fece eco un altro, un tipo alto e grosso
con un paio di baffi spioventi che gli scendevano fino al mento.
“Già”.
Infatti...
“Presto,
datemi una scatola di fiammiferi. E un paio di taniche di benzina” disse Capelli
di neve con gli occhi fuori dalle orbite.
“Ma
capo, cosa deve farne? Non avrà mica intenzione di... se non sa accendere
nemmeno il camino di casa sua!”
“Datemi
fiammiferi e benzina, ho detto! Ora basta, ci penso io a sistemare la faccenda,
visto che voi siete un branco di incapaci. Avanti!”
Gli
uomini gli portarono due taniche di benzina e una scatola di fiammiferi, uno di
loro provò a insistere, a dire che era una pazzia andare tutto solo a dar fuoco
alla valle ma Capelli di neve non
sentiva ragioni, prese le taniche e i fiammiferi, salì in macchina e si lanciò
come una furia in direzione di Viridia.
“Se
non torna in capo a due ore sarà meglio andare a vedere a vedere cosa fa” disse
il baffuto scuotendo la testa.
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