Una
minaccia mortale
Barbara Cerrone
A
Viridia, un tappeto di petali di fiori
accolse lo sciame al suo ritorno dalla battaglia.
Il
capitano Herb corse ad attenderle nel prato grande dove si era già radunata una folla di
entusiasti viridiani che sventolavano la verde bandiera della valle.
“Mie
care, mie eroiche cittadine di Viridia, “esordì il capitano,”ancora una volta
dobbiamo a voi la nostra salvezza.Grazie, grazie a nome di tutta la valle”.
Le
api fecero le modeste e non si misero a
svolazzare qua e là, in trionfo, come certe api di loro conoscenza che per un
nonnulla si pavoneggiavano come dive del cinema, no! Loro furono modeste, si
accontentarono di un po’ di nettare e poi via in alveare, a far miele da brave
operaie.
La
valle tornò presto alle sue normali attività, solo il capitano non si era
ancora tranquillizzato del tutto.
“Non
mi convince, “ confidò ai soliti Pouli e Ailuro, “ la spedizione delle api è
andata bene ma quell'uomo non si arrenderà così facilmente, si vendicherà, lo
sento. Dobbiamo tenerci pronti a tutto. State in campana, mi raccomando.
Orecchie aperte, capito?”
Pouli
e Ailuro fecero segno di sì anche se in cuor loro pensavano che Herb fosse un
tantino esagerato.
“Pessimista,
sempre pessimista, il nostro Herb” sentenziò Ailuro che non aveva voglia di
far la guardia anche quella notte.
“Dovremmo
festeggiare, altro che far la guardia” disse a Pouli che gli girava intorno,
nervoso.
“Invece
penso che abbia ragione, “ rispose Pouli,” il capitano sa quel che dice e poi è
vero, Capelli di neve non è tipo da
rinunciare così. Stai attento, stanotte.”
Ailuro
fece spallucce e se ne andò verso casa, Pouli invece, poiché Herb gli aveva
messo la classica pulce nell’orecchio, si diresse verso la città per
raccogliere notizie sulle intenzioni del nemico.
Quel
che sentì, nascosto dietro una persiana dell’ufficio di Capelli di neve, gli fece venire i brividi.
“Allora
intesi?” diceva una voce maschile.” Il capo vuole che andiamo là domattina
presto e diamo fuoco a tutto. La valle deve bruciare, capito? Nessuna pietà o
se la prenderà con noi.”
“Ma
proprio bruciare? E i Viridiani? Moriranno tutti!” protestava l’altra voce
maschile.
“Non
ci riguarda, o noi facciamo come dice il capo o siamo fritti, lo sai. Quanto ai
viridiani...si salvi chi può”.
Pouli
non perse tempo, corse, anzi, volò a raccontare tutto al capitano.
“Questa
volta è davvero la fine, “ disse Herb con il nodo alla gola,” non c’è altro da
fare, dobbiamo fuggire, e alla svelta. Ce ne andiamo, ha vinto lui.”
“Ma..capitano..”
provò a protestare Pouli.
“No,
troppo rischioso e troppe vite in gioco. Si fanno i bagagli, ho deciso.”
“Almeno
convochiamo il Gran Consiglio e mettiamolo ai voti!” insisté l’attendente
Pouli.
“Non
c’è tempo, evacuare tutta la popolazione in una notte sarà già un’impresa
pazzesca, dobbiamo cominciare subito. Vai a dire al messaggero di proclamare
l’allerta e il Fuggi Fuggi generale”.
Pouli
fece per uscire ma la signora Herb lo fermò.
“Pouli,
aspetta, non andare. Marito mio, secondo me è un errore fuggire: dove
andremo? A cercare un’altra valle dalla quale magari altri come Capelli di neve un giorno ci faranno
scappare? Abbiamo ancora il nostro esercito, mandiamo le api in missione. Sono
addestrate, sono certa che ci salveranno anche questa volta. “
“E
se invece dovessero fallire, che ne sarà di noi?” chiese Herb .
“Non
lo so ma so cosa sarà di noi se ci lasceremo scacciare da qui. Saremo per
sempre un popolo in fuga, ecco cosa saremo. Pensaci”.
Herb
tentennò ancora un poco, sua moglie non aveva torto, lui non aveva torto, Pouli
non aveva torto. Ma, insomma, se tutti avevano ragione, allora...che si doveva
fare?
Dopo
aver tentennato e dubitato per una buona mezz'ora, Herb alzò la testa, guardò
negli occhi Pouli e disse:
“Chiama
le api”.
Pouli
non stava in sé dalla gioia, e quasi andò a sbattere contro la porta uscendo come un
razzo dalla casa.
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