Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *

lunedì 1 aprile 2019

Cat's family

Eccomi di ritorno con le avventure di una simpatica famiglia felina, Cat's family, appunto.
Vi lascio  con la prima della serie.
Buona lettura.






I personaggi:

Beatrice; gattara patentata, è l’umana della cat’s family, ovvero di  Catarro kid, Teo, Bery, Drusi e Gugli: sei gatti bellissimi con i quali divide ogni momento della sua giornata. Ospita spesso altri mici;

Catarro kid: grosso, simpatico gatto arancione. Perennemente raffreddato, non vuole saperne di prendere la medicina che gli ha prescritto Antonio, il veterinario.
Un po’ bullo, un po’ gentilgatto, corteggia senza molto successo la gattina Drusi;

Teo: bellissimo gattone dal pelo lungo e lo sguardo languido, incanta portinaie e colf con i suoi occhi verdi. Dal carattere pacato e tranquillo, ama riflettere sdraiato sul muro di cinta del giardino, o sul letto di Beatrice;

Bery: micia tigrata graziosissima, un po’ snob, litiga furiosamente con Drusi con la quale rivaleggia in bellezza. Il suo gatto ideale è Gugli, peccato che sia anziano e non abbia nessuna voglia di fidanzarsi;

Drusi: gattina dal pelo scuro e gli occhi rotondi da civetta, affettuosissima, abile cacciatrice e rivale di Bery, finge di amoreggiare con Catarro kid  per poi graffiarlo se si avvicina troppo;

Gugli: senior di casa, anziano sì ma sempre in forma, sale ancora le scale con disinvoltura ma  non sopporta il rumore e i miao di troppo. Come primo gatto della famiglia è il cocco di Beatrice;

Brigitte: gatta randagia dai magnifici occhi color verde prato, è spesso ospite di Beatrice, mangia per dieci e viene regolarmente scacciata dal gruppo dei sei. Nonostante le zampate che prende si presenta ogni giorno all'ora di cena;

Camilla:  gattina timidissima, nemica acerrima di Brigitte, approfitta volentieri dell’ospitalità di Beatrice  anche se ha una casa sua;

Red: gatto randagio nemico di Catarro col quale ingaggia spesso furiose battaglie;

Egon: gigantesco pastore maremmano per niente pacifico, abita nella casa accanto a quella dei nostri sei, passa la maggior parte del tempo nella cuccia a dormire ma quando si sveglia dà la caccia a tutti i gatti del vicinato.


  

CAT’S FAMILY
di Barbara Cerrone


Voglio essere un boss



Catarro kid  gironzola  nel vicolo sotto casa con la solita aria da boss. A un tratto un’ombra si profila davanti a lui: è Red, il gatto rosso nemico di Catarro, viene quasi ogni giorno nella stagione degli amori.
“Ehi, Catarro, ti hanno fatto uscire anche oggi eh, femminuccia?” miagola Red gonfiandosi tutto.
“Bestiaccia della malora, vattene subito o io...”
“...o tu? Femminuccia, tu vivi nella bambagia con la padroncina che ti dà la pappuccia con le sue manine, uhmmm! Non sei un gatto, fai largo a un vero boss”.
Questo è troppo! L’orgoglio di Catarro  non può sopportare questa offesa e allora esplode la rabbia felina e... Catarro scappa, inseguito da Red.
“Arf, arf,  roarrr...”
 Red ha attaccato Catarro e ora i due rotolano giù lungo la discesa avvinghiati nella lotta, facendo scintille con il pelo.
Beatrice ha sentito tutto e interviene subito.
“Catarrino mio, eccomi, ti salvo io! Red, smettila subito, vattene via!” grida.
 Red fugge miagolando: “Femminuccia, femminuccia!”
“Non starlo a  sentire, Catarrino mio, quello è solo un attaccabrighe e un violento. Tu sei un vero capo, lo sanno tutti" lo consola Beatrice.
Catarro drizza la coda per farsi lisciare, fa le fusa e riprende a girovagare per il vicolo.
Drusi ha assistito alla scena dall'albero in giardino dove si è arrampicata per sgranchirsi le zampe.
“Ti ha dato di nuovo una bella lezioncina, eh, il vecchio Red?”
“Uhm, quello? Se Beatrice non fosse intervenuta l’avrei... lasciamo perdere. Meglio per lui.”
“Figurati! il vecchio Red ti dà dei punti, ecco la verità. Quello sì che è un vero boss.”
“Chi, lui? Ma io se voglio ne faccio bocconcini per le scatolette! Cara Drusi, qui l’unico vero boss sono io.”
“Uh, uh, uh! C’è di che sbellicarsi dal ridere. Non sei nemmeno un vero gatto, prova un po’ ad arrampicarti fin quassù”.
Catarro non se lo fa ripetere: sale su fino al ramo dove Drusi si è appollaiata e fa per avvicinarsi a lei.
“Oh, ma che bravo! Vediamo un po’ come te la cavi ora” sussurra Drusi e con uno scatto dà una spinta al povero Catarro che scivola giù, lungo il tronco dell’albero. Per fortuna i gatti hanno unghie forti e con quelle Catarro si aggrappa all'albero con tutte le sue forze.
Drusi intanto è scesa dal ramo e corre in giardino facendogli mille sberleffi.
“Maramiao, Catarro, boss delle mie unghie! “ gli grida.
Catarro è mortificato,  tanto più che è innamorato di Drusi, del resto ogni volta è così: lei lo prende in giro  e lui ci casca.
Umiliato, va subito in cerca di un gatto da attaccare, tanto per rifarsi.
Teo sta dormendo pacifico sul muretto al sole, chi meglio di lui per sfogarsi un po’? Catarro gli salta addosso all'improvviso, il povero Teo si sveglia di soprassalto.
“Chi...chi...chi è? Che succede?”
“Forza, forza, combatti peluche! Fammi vedere chi sei!”
Teo non è tipo da sfide, non lotta volentieri, è un filosofo, preferisce riflettere. E dormire.
Infatti ricade subito in un sonno profondo.
“Ma che diamine! Questo dorme sempre! Insomma nessuno vuole sfidarmi, oggi?” grida Catarro.
“Sì, io!”
“T..T...T...TU?? “
“Sì, vieni un po’ qua, bulletto”.
Catarro ha le zampe che tremano, non osa nemmeno gonfiare la coda: una specie di gigante peloso che è tre volte il suo peso gli si è piantato davanti, deciso a dargli battaglia. Catarro vorrebbe battere in ritirata ma Egon, il cane dei vicini, non è tipo da lasciarsi sfuggire un gatto come lui.
Catarro si guarda intorno: nessuna via di fuga. Il giardino è lì a due passi ma Egon lo marca da vicino, infilarsi fra le sue zampe è impossibile, dunque che fare? E Beatrice? Dov'è, stavolta, l’umana? A far la spesa, dunque non ci contare, Catarro.
“Sono o non sono un gatto? I gatti graffiano, giusto? E allora vai!” grida infine lanciandosi contro il muso di Egon a unghie tese.
Ma Egon è svelto, si accorge in tempo della sua mossa e lo evita per un pelo spostandosi di lato.
“Oggi non me ne va bene una. E sì che io devo essere il boss, qui” mugugna il gatto scappando in giardino.
“Che ti dicevo? Sei un mollusco” gli grida dietro Drusi.
“Un mollusco, ecco cosa devo sentirmi dire” sospira Catarro, e quasi gli verrebbe da piangere.
Una strategica ritirata per il momento si impone e il micio entra in casa e si dirige verso il letto di Beatrice, il pensatoio ideale per un micio che vuole riflettere.
“Come boss sono una nullità” piagnucola,” non sarò mai il capo da queste parti, e Drusi non mi vorrà mai come fidanzato.”
“Catarro, Catarro, se tu solo la smettessi di voler fare il boss a tutti i costi! Mi sembra chiaro che non è per te, allora perché insisti? “
“Bery, anche tu qui? Scusa, non ti avevo vista così, nascosta sotto il plaid...”
“Io mi nascondo dove voglio, e tu stai al tuo posto. Una gli dà un buon consiglio e lui...”
“Ma dai,  non fare così, era per dire. Ti ringrazio del consiglio ma io DEVO ESSERE UN BOSS o la mia vita non avrà senso.”
“Sei uno sciocco a voler essere diverso da quel che sei, avrai solo delusioni. Comunque fai un po’ come ti pare, la testa ce l’hai dura” conclude Bery ficcandosi di nuovo sotto il plaid.
Catarro vorrebbe chiederle scusa, è stato un po’ brusco ma lei sta già russando e non ha il coraggio di svegliarla.
La giornata è stata dura e anche Catarro ora si addormenta e sogna, sogna di essere un boss e di stendere Red e Egon in un colpo solo, mentre Drusi lo abbraccia sussurrandogli miao dolci come il miele.
Viene la sera e Catarro si sveglia per la cena, Beatrice gli ha riempito la ciotola di deliziosi bocconcini al tonno ma non basta, oh, non basta a consolarlo.
Ci vogliono anche un bel po’ di croccantini al salmone.











Nessun commento:

Posta un commento